Valli. Semiramide morente sulla tomba di Nino |
l'Oriente di Guastalla in mostra |
l'Oriente di Monteforte in mostra |
Salvador Barnaba |
Chi sono costoro? Sono gli eredi ed i continuatori del genere del pittore viaggiatore, anche se in effetti una frase di Eugene Fromentin all’ingresso della mostra mi ha molto spiazzata:
“ Ci sono due uomini che non bisogna confondere,
c’è il viaggiatore che dipinge,
e poi c’è il pittore che viaggia”
(Un éte dans le Sahara 1857)
…ach cioè?
Poi ho pensato che questa considerazione aveva forse molto più senso in un’epoca in cui la fotografia era solo agli albori. Il viaggiatore rappresentava una elite e come tale spesso sapeva disegnare. Oggi il viaggiatore per lo più fotografa. Tuttavia ci sono anche coloro che disegnano ed, insospettatamente, non sono pochi. Oggi l'Oriente ha connotazioni ben precise, non è più così lontano come un tempo. Allora questi artisti viaggiatori odierni cosa rappresentano? sopratutto un modo di vedere, la lentezza che l'osservare richiede. Quella lentezza che oggi rappresenta un grandissimo lusso.
Ecco il mio Oriente (Marocco) |
Ecco il mio Oriente (Tunisia) |
" Vedo l’Oriente che danza ai bordi della mia scrivania” (e qui non ho potuto non pensare ad Emilio Salgari che fra l’altro visse in quegli anni) –“ Ecco il vero Oriente, effetto malinconico e soporifero, si intuisce qualche cosa di immenso ed implacabile in mezzo al quale ci si sente perduti”.
A metà del 800 l’Oriente era soprattutto il vicino Oriente, l’Egitto, il Marocco, tutta l’immensa area dell’Impero ottomano. Pensiamo che è solo con la 1a Guerra Mondiale che nella nostra parte di mondo cadono tre grandi Imperi: l’ Austro-Ungarico, quello Russo e l’Impero Ottomano appunto. Impero allora potente, ricordiamoci, ad esempio, che il Khedivè d’Egitto invitò Giuseppe Verdi a rappresentare un’opera lirica per l'apertura di Suez. Fu l’Aida. Giuseppe Verdi poi fu grande amico del pittore napoletano Domenico Morelli (molto rappresentato in mostra) pittore che mai visitò quei luoghi ma che così spiega la propria visione dell’Oriente:” Nell’Oriente trovo più arte e meno artifizio..l’Oriente per me è come un rifugio dalla persecuzione del calcolo che ci circonda (quanto le sento vicine queste parole). Vorrei opporre tutto un popolo che si inchina e prega e non vede, e non cerca di vedere, e sente in sé l’infinito e odora la causa invisibile”.
Previati Le fumatrici di Oppio |
Questa fascinazione si muove però anche in direzione opposta.
Ecco cosa disse lo scrittore cinese A Cheng durante una sua permanenza a Venezia negli anni '90: "..tutta l'Italia è di una bellezza conturbante che causa una sorta di bombardamento trasmesso in eredità da una generazione all'altra..."Questo è un altro filone..
Il catalogo edito da Silvana Editore è interessantissimo. L’ho comprato per potermi assaporare una mostra che le curatrici Anna Villari ed Emanuela Angiuli hanno saputo presentare con grande forza espressiva.
Una mostra che consiglio caldamente di visitare.
http://www.palazzomagnani.it/italiano/leopere.html
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