Cinguettii

Cinguettii
l'altra faccia della modernità

Auguri Anno della Scimmia

Auguri Anno della Scimmia
Auguri Anno della Scimmia

Del vedere il mondo

"C'è un'enorme differenza tra il vedere una cosa senza la matita in mano ed il vederla disegnandola"
Paul Valery



Qui troverete tanta Cina, disegno, letteratura di viaggio..se volete suggerirmi spunti, link, luoghi siete i benvenuti..


giovedì 24 dicembre 2015

Auguri di Buon Natale dalla Balena Franka

Mi è balenato questo pensiero di Auguri, che affido alla leggerezza della Balena Franka!

Mi scrive l'amica Silvia
"..quando non vuole nuotare, la balena franca australe usa la coda a mo’ di vela e si lascia spingere dal vento"










lunedì 21 dicembre 2015

Blu Trieste....

Se ne sta in fondo in fondo all'Italia, adagiata sul Golfo roccioso. Il treno termina lì la sua corsa e forse quando tira la bora, scendendo dalla carrozza si rischia di finire trascinati dentro un'altra Storia...



L'hanno amata forse più gli Austriaci che i Veneziani forse per via di Storie di Sale.
C'è passato il Vate alla testa dei Legionari fiumani, c'è passato Freud alla disperata ricerca dei testicoli d'anguilla...forse non averli trovati è diventata l'ossessione che l'ha indirizzato agli studi futuri!
C'è arrivato il feretro dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, che mentre il mare cullava da Sarajevo a Trieste, avrà sentito il mondo tutto deflagrare.
C'era nato il grande Marcello Dudovich che ha inventato l'eleganza in uno schizzo, come pure Umberto Noni i cui quadri, a me sconosciuti, ho ammirato sorpresa nell'appartamento del Duca D'Aosta nel Castello di Miramare.

Una domenica mattina apro gli occhi e sono circondata dal blu; vogatori  spuntano fuori dalla bruma come dalla macchina del tempo. Sembrano divertirsi molto. Se ci abitassi, salterei a bordo, per imparare a vedere questa linea d'orizzonte che noi padani non abbiamo.



Oltre quella punta, una penisola ha la forma di cuore, che però s'è smarrito, quando l'hanno spinto dentro le foibe. Trieste ha accolto gli Istriani e i Dalmati  fuggiti senza capire bene perchè, lontano dagli inghiottitoi mortali, quasi anticipazione del livore della pulizia etnica in Bosnia.

Al Museo della Cultura Istriana mi sono annotata alcune strofe della lunga poesia:

LA CANZONE DEL QUARNARO
......


Ecco l’isole di sasso
che l’ulivo fa d’argento.
Ecco l’irte groppe, gli ossi
delle schiene, sottovento.
Dolce è ogni albero stento,

ogni sasso arido è caro.
 
     EIA, patria del Quarnaro!
     Alalà!
 
Il lentisco il lauro il mirto
fanno incenso alla Levrera.
Monta su per i valloni
la fumea di primavera,
copre tutta la costiera,
senza luna e senza faro.
 
      EIA, patria del Quarnaro!
      
Alalà!

 
Dentro i covi degli Uscocchi
sta la bora e ci dà posa.
Abbiam Cherso per mezzana,
abbiam Veglia per isposa,

e la parentela ossosa
tutta a nozze di corsaro.
 
     EIA, mirto del Quarnaro!
     Alalà!


......
                                        Gabriele D'Annunzio

...sembra un canto salgariano...

Il Museo del Mare che conserva la prima "parola elettrica" di Marconi. E chi pensava fosse lì! Le spedizioni artiche degli Austro Ungarici accompagnati dai marinai dalmati. Ancora, il resoconto della prima circumnavigazione intorno al mondo della pirocorvetta Novara, andata fino in Cina e Giappone.Qualche anno più tardi anche la novella Italia del Cavour ha voluto seguirne le orme inviando la Magenta. Magenta una grande vittoria italiana:Novara una grande sconfitta italiana ma vittoria austriaca.


E lì ho visto il modellino della Kaiser Franz Joseph I, la più grande nave passeggeri della Marina Austriaca, divenuta poi italiana col nome di Gange, adibita sulla "grande rotta per l'Oriente via Suez, Colombo, Hong Kong e Shanghai".



Ancora il Museo di Arte Orientale ricco di stampe giapponesi, collezioni di mercanti come quel Carlo Zanella che fu a lungo rappresentante del Lloyd Austriaco a Hong Kong.

Ecco cosa ci racconta il Museo Civico di Arte Orientale:

"...Il commercio marittimo di Trieste con la Cina risale agli ultimi decenni del ’700 e porcellane cinesi giungono in città già nei primissimi anni del secolo seguente; ma lo scoppio della passione per le cineserie avviene nel 1822, al ritorno della fregata Carolina, la prima nave austriaca a recarsi in Cina, carica di oggetti orientali di ogni tipo. L’apertura del Gabinetto Cinese Wünsch negli anni ’40 dell’800 e gli interessi dell’arciduca Ferdinando Massimiliano, appassionato collezionista di oggetti esotici e di porcellana cinese, dimostrano una continuità di interesse che si prolunga fino ai due collezionisti grazie ai cui legati si deve, nel ’900, la maggior parte della raccolta museale: Carlo Zanella (1853-1900), agente del Lloyd a Hong Kong, che ebbe modo di radunare la propria collezione durante la sua permanenza in Estremo Oriente, e Mario Morpurgo de Nilma (1867-1943), attento conoscitore d’arte e munifico donatore dell’intera sua dimora,..."

sabato 15 agosto 2015

LE MIE MONTAGNE...in technicolor

A camminare in montagna, con lo zaino, dormendo nei rifugi. Fermarsi a guardare, ad assaporare, a disegnare. Io le ns montagne, bellissime ed immense, le ho viste così..colorate..
(Percorso dolomitico Alta Via n. 8 con Trekking Italia e altopiano di Siusi, sentiero Federico Augusto, Passo Sella, periplo del Sasso Piatto/Lungo etc)


Tipico abitante ...calmo e tranquillo ammira le sue montagne

Skyline dalla Malga Cusnago

I pini della città dei sassi

Marmolada..al tramonto di un giorno di sole!

L'asburgico possente rif. Bolzano sullo Sciliar

Il sentiero dal rif.Bolzano al rif. Alpe di Tires (tetto rosso)


Arriva il brutto tempo al rif. Bolzano..tutto è sospeso, annacquato

Il Sasso Lungo dal rif. Federico Augusto

Dalla Malga Saltner le Torri Santner e...

Sasso Lungo dal rif. Vicenza

Il Sasso Lungo lato Rifugio Valentini al Passo Sella

Il Sasso Piatto

Il Sasso Piatto

Skyline da Alpe di Siusi, seduta al Nordic Bar

In cima al Sasso Piatto quasi 3000 m

Inconfondibile skyline  del Gruppo Sella e delle Tofane

Dalla Malga Saltner la cresta delle Terre Rosse

Torri del Vajolet

Torri del Vajolet da sopra il
rif Re Alberto

Dal Rif. Bolzano vero il Rif. Tires
Un grazie ai miei compagni di viaggio della prima settimana: Ettore la ns preziosa ed informatissima guida, oltre ad: Adriana, Angela, Chiara, Elena, Elena (2), Ilaria, Mirella, Roberto, Tatiana

sabato 4 luglio 2015

Mezzanotte a Pechino- Midnight in Peking di Paul French - Dear author is that seeking the TRUTH..???


A proposito del libro MEZZANOTTE A Pechino


Da molti anni raccolgo materiale per scrivere sulla storia poco nota degli Italiani in Cina e volevo raccontare ovviamente anche di Ugo Cappuzzo. Ugo era fratello di nonna (materna), Lidia. Passavo le estati da lei ed ci piaceva leggere assieme le lettere che lui aveva scritto ai suoi genitori (i miei bisnonni) dalla Cina. Era partito per la Cina nel gennaio 1933 appena sposato e grazie a Galeazzo Ciano dopodue mesi dal suo arrivo, aveva già assunto l'incarico di medico della Reale Legazione e della Reale Guardia a Pechino. Io assieme a nonna guardavo i timbri delle lettere con quei due caratteri, che allora non comprendevo, la scritta Beijing in cinese (anzi Beiping come allora si chiamava). Forse sono stati quei racconti e quei caratteri che hanno innescato il mio grande interesse per la Cina.

Poi è accaduto un fatto che mi  spinto a cominciare a scrivere.

Nel 2012 la casa editrice Penguin ha pubblicato un libro: Midnight in Peking. L’autore è Paul French, un inglese, che mi pare possedere quelle stesse caratteristiche degli avventurieri che popolavano la Cina degli anni ’30. Con la review del profilo, seguita al successo commerciale, lo vedo diventato "professore". Il libro in Italia è stato pubblicato dalla grandissima Einaudi col titolo "Mezzanotte a Pechino"; la versione italiana presenta tuttavia degli stralci rispetto a quella inglese. C'è una legge sulla diffamazione.

Il libro di French segue le tracce di un coldcase, un efferrato quanto brutale delitto avvenuto a Pechino l’8 gennaio 1937. Cosa inaudita–per quel tempo- era il fatto che la vittima fosse una bianca, una giovane donna inglese, figlia adottiva di un ex diplomatico ed emerito sinologo da tempo residente a Pechino.  Il corpo della ragazza squartato, eviscerato, dissanguato e sfigurato fu trovato sotto i bastioni delle mura di Pechino. Già da questi elementi è evidente che le modalità dell’omicidio non furono quelle di un “normale delitto” ma piuttosto quelle un atto di insana e mostruosa violenza. A ottanta anni di distanza questo è diventato lo spunto per proporlo ad una platea sempre più interessata alla Cina.

L’autore ha riproposto le ricerche compiute a quel tempo dagli investigatori ufficiali e quindi – una volta chiuso il caso senza colpevole/i, - dal padre della vittima che negli anni a seguire in autonomia  ha assoldato e pagato un suo team di investigatori. Nulla si dice né sulle fonti, né sui mezzi usati oltre a pagare per le notizie, né sulle persone rintracciate dopo anni dal fatto magari in un bordello in Manciuria. In questo confuso progredire, spunta una presunta quanto vaga testimone che cita Ugo Cappuzzo: una prostituta morfinomane. Quello presentato è un filo di "prove" che ai nostri giorni farebbe rabbrividire qualunque avvocato in qualsiasi aula di tribunale. Il padre ex-diplomatico inglese (allontanato dalla carriera) che a tanti si è rivolto per le sue istanze di verità, si è visto ogni volta prima accolto in quest sua ricerca ma poi  abbandonato. 

Ricordo ancora il tremendo colpo che ne ebbi quando lessi il nome di Ugo, tra coloro che French individua, con una serie di tortuose verità- come  membro dei ”compagni di merende alla Pacciani” che  avrebbero commesso il brutale delitto. Avventurieri, faccendieri, eroinomani, prostitute, sessuofobi, ermafroditi in un contorno di miseria terribile, di guerra, di odi razziali e nazionali, mentre il mondo cade a pezzi. E’ in questo scenario che French pesca ... la “verità” o almeno quella che lui ci presenta come tale!

Io non ero ancora nata quando tutto ciò avvenne- come French d’altronde-. Non ho dunque elementi per potere affermare  il contrario ma d’altra parte dopo ottanta anni mi domando chi potrebbe averli? chi potrebbe dopo tanti anni confutare "la presunta verità" di French? E' giusto fare operazioni di questo tipo?  Così ho finalmente scritto per provare che alcune delle cose dette (presenti nella versione inglese mentre nella versione italiana pubblicata da Einaudi- fortunatamente una casa editrice seria- sono stati omessi) sono totalmente false. Quando il fatto avvenne Ugo era appena rientrato da una missione nello Shanxi a Taiyuan dove era stato a più riprese per studiare sul campo le epidemie ricorrenti di tifo esantematico, una malattia trasmessa dai pidocchi. Rientrò a Pechino a fine dicembre 1936 perchè la moglie stava per partorire il terzo figlio (ne ebbe quattro) nato il primo gennaio 1937 e non la voleva lasciare sola. Subito dopo la nascita,  nel gennaio 1937 partì in missione per l'isola di Hainan via Hong Kong, una missione che gli era stata affidata da Galeazzo Ciano al quale indirizzò personalmente la relazione al suo rientro il 24 maggio 1937. Il 15 giugno 1937 la moglie e i figli partirono per il mare, per Beidaihe come era consuetudine tra i diplomatici. L'Incidente del ponte di Marco Polo del luglio 1937 li colse di sorpresa e li vede separati: riusciranno a riunirsi solo dopo un paio di mesi. Ugo fu in missione anche in Mongolia in verità ad Urumqi (oggi è lo Xinjiang) dove rischiò di essere trattenuto dai notabili locali che non volevano perdere "un medico". 

Il libro di French afferma che Ugo non si mosse mai da Pechino oltre ad altri fatti assolutamente errati (confutabili con prove)

Personalmente vedo nel libro Midnight in Peking con il suo carico voluto di splatter e di trash, solo una operazione commerciale di dubbio gusto e non eticamente corretta.
L’unico modo che ho per bilanciare quello che è stato scritto è dunque quello di descrivere e raccontare Ugo Cappuzzo attraverso le lettere che scriveva a casa. C'è poi un fatto importante, una prova terribile che ebbe a subire: l'arresto e la prigionia. Era il 25 luglio 1951, il giorno in cui quasi la metà dei residenti stranieri che ancora restavano a Pechino fu arrestata, quando fu preso nel suo ambulatorio mentre stava ancora operando un cinese e trasferito in carcere a Pechino. L'accusa fu di far parte di una rete di spionaggio americana e di avere effettuato esperimenti medici sulla popolazione cinese. Siamo in piena Guerra Fredda e la Guerra di Corea è scoppiata da poco. Ai Cinesi era noto che gli Americani non avevano voluto consegnare ai Russi per processarlo a Khabarosk, il generale a capo della famigerata Unita 731, i Mengele giapponesi che effettuarono tremendi esperimenti medici sui Cinesi. 
Durante la prigionia Ugo fu torturato e credo che sotto tortura gli sarebbe stato difficile “non confessare” la partecipazione al delitto di cui parla French. Nel frattempo il 17 agosto 1951 era stato fucilato Antonio Riva ed il giapponese Ruichi Yamaguchi. Ugo restò in carcere fino al 1954 e solo allora rientrò in Italia via Hong Kong a bordo del piroscafo Vittoria. 
Eppure quest’ultimo dato è proprio completamente sconosciuto all'autore, French, che "rimpatria" Ugo in Italia poco dopo l’omicidio senza fargli mancare però prima la gestione in Pechino sotto copertura di un bordello! Questo non è cercare la verità ma è trasformare i "si dice" in realtà.

Il mio scritto sarà il mio tentativo serio ed onesto per evitare che ancora una volta Ugo subisca un'accusa senza un processo giusto, un processo che travalica il tempo e lo spazio e che nessuna GIUSTIZIA di un paese democratico si permetterebbe mai nei confronti dei propri cittadini. Forse French ha preso le abitudini cinesi..

domenica 3 maggio 2015

Tornare

Una corsa a Pechino, breve ed incerta fino all'ultimo per inaspettati problemi relazionali che mi hanno proiettata nella malvagità, pura ed assoluta. Mi ha investita, come un'auto sulle strisce pedonali; senza una ragione,  forse solo un profilo psicologico disturbato....dunque che fare? partire o non partire?
Alla fine ci sono andata. e per fortuna, come sempre la Cina m'ha ricaricata.

Anche questa volta non sono riuscita a visitare le Grotte Buddiste a Dunhuang, nella regione del Gansu.Era stata la ragione prima del mio partire. Un luogo di grande importanza sulla Via della Seta...vorrà dire che ho il pretesto certo per tornarci.
In sostituzione sono andata a Pingyao nella regione Shanxi. All'andata bullet train dalla stazione di Pechino Ovest, solo 4 ore per percorrere circa 700 km. Il ritorno invece con treno cuccetta di seconda classe, quello chiamato "sdraiato duro". Partenza alle 20.30 dalla vecchia stazione di Pingyao con arrivo a Pechino (vecchia stazione) alle 6..poi con lo shuttle bus di corsa in aeroporto per l'accogliere l'amica in arrivo dall'Italia.
Pingyao è incantevole e rappresenta il vero"immaginario" della Cina tradizionale. Vicino ed assolutamente da visitare, la Residenza della famiglia Wang (wangjiadian) un grande complesso addossato sulle colline.Ancora, non troppo lontano c'è il Villaggio di Zhangbi (Zhangbi gucheng) con i suoi cunicoli sotterranei. Un luogo assolutamente non restaurato, diroccato ed anzi per me di grande fascino.
Alcuni incontri interessanti ed inaspettati hanno movimentato la permanenza

Un amico mi ha dedicato questa sua bellissima poesia.. abbiamo la fortuna di essere circondati da cose e persone bellissime. grazie

Un porto da cui salpare
dove c'è gente
che sa guardare il mare
vedere un punto lontano
anche quando non c'è

Un porto che nessuna carta
- nautica oleata da parati -
dovrà mai segnare
un porto che non vuol farsi ricordare
per non sporcare
quella tua infinita
voglia di volare

Un porto dove torni semmai
quando hai voglia di sapere
che da qualche parte
c'è ancora gente
che sa aspettare.

(di Marco Tarozzi)


Pingyao (Shanxi)..dove ho dormito


Pingyao la strada meridionale

Wangjia dian la residenza della famiglia Wang

Non sembra ma è Pechino, la Città Proibita

sempre il canale nord della città proibita

Shanxi, Pingyao le case dette yaodong

il sorriso di Sir Bis!

Shanxi, Pingyao ancora le yaodong

Il paesaggio dello Shanxi (regione dello..)

Pingayo, il villaggio di Zhangbi a 60 km dalla città, magnificamente intatto

venerdì 9 gennaio 2015

JE SUIS CHARLIE

..e proprio ora apprendo che tra i morti di Parigi c'è anche Michel Renaud, il fondatore dell'Associazione il Faut Aller Voir di Clermont Ferrand; sono gli organizzatori della Biennale del Carnet di Voyage, il grande appuntamento per tanti carnettisti di tutto il mondo

                                    ... sono senza parole.

Alla Biennale del carnet di Clermont fui la prima volta come visitatrice nel 2003 e quello che vidi mi incantò; fui rapita da questo modo di narrare la realtà, il mondo. Decisi che avrei voluto imparare a disegnare anche io. Così feci..e tutto cambiò. Dunque sapere che l'uomo che ha fondato questo bellissimo incontro di rappresentazione di cultura e di culture, che quest'uomo è stato ucciso, a bruciapelo e a sangue freddo, è qualche cosa che la mia mente non comprende, che mi sbigottisce.
Alcuni uomini hanno usato nera violenza adrenalinica con l'obbiettivo di saltare sul palcoscenico del mondo, hanno seminato morte per sentirsi vivi... forse basterebbero semplici matite colorate, trasparenti acquarelli per avere il mondo in mano, per portarselo via su un pezzo di carta e per regalarlo agli altri

A Michel alle sue matite, ai suoi fogli, ai suoi carnet, alle sue visioni colorate del mondo, della comunità umana, porgo il mio grande saluto. Sono certa che anche ora

continua ad usare carta e colori in questo suo ultimo grande VIAGGIO...le dernier carnet 


Il link alla Biennale di Clermont Ferrand





Shanghai e l'expò

Shanghai e l'expò
Il lato est del Bund ..che notte magica