Cinguettii

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l'altra faccia della modernità

Auguri Anno della Scimmia

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Del vedere il mondo

"C'è un'enorme differenza tra il vedere una cosa senza la matita in mano ed il vederla disegnandola"
Paul Valery



Qui troverete tanta Cina, disegno, letteratura di viaggio..se volete suggerirmi spunti, link, luoghi siete i benvenuti..


sabato 15 dicembre 2012

IL PROFUMO DI OSMANTO- 桂花香 guihuaxiang

桂花香
Qualche tempo fa, prima che la neve imbiancasse il terreno, uscendo la mattina in giardino mi accoglieva il profumo intenso dell'osmanto.


E' con la fioritura in autunno, che i piccoli fiori bianchi a grappolo rilasciano quell' intenso profumo. La pianta è un cespuglio con foglioline coriacee e pungenti (osmantus fragrans).E' una pianta originaria della Cina.

L'ho piantato in omaggio alla poesia cinese. Al tempo in cui mi ero appassionata alle "Trecento Poesie Tang", l'osmanto, così ricorrente in quelle poesie, avevo finito per associarlo proprio alla Cina.(Mondadori a cura di Martin Benedikter,oppure la piu recente edizione nella collana i Millenni di Einaudi) 
Tuttavia restava un profumo sfuggente, che non riuscivo ad immaginare e pertanto mi sentivo monca di una sensazione importante. Credo che l'osmanto stia alla Cina come il limone sta al bacino del mediterraneo.

Quando dunque ho avuto la possibilità di fare un mio giardino, ho scelto piante che fossero originarie della Cina; non ho certo dimenticato l'osmanto. Volevo un inverno profumato e così ho piantato pure l'hammamelis, il gelsomino, il calicantus. Alcune piante non hanno retto al clima delle mie parti. Invece l'osmanto è sempre lì e ad ogni autunno posso assaporarne l'intenso profumo.



L'osmanto del mio giardino


L'osmanto in Cina la fa da padrone durante la festa di Metà Autunno. E' la festa dedicata alla famiglia che si celebra alla prima luna piena di settembre ma è pure il periodo in cui l'osmanto comincia a fiorire, tanto che viene chiamato anche il "mese dell'osmanto odoroso".
C'è poi un luogo notissimo in Cina, il cui nome significa proprio la "foresta di osmanto" : è la città di Guilin. In Hangzhou ad ottobre si svolge invece il festival dedicato a questo fiore :"Pioggia di osmanto a Manlong  "满陇桂雨 mǎn lǒng guì yǔ. Manlong è una località posta sul lago Xihu (lago Occidentale). Le colline nei dintorni di Hangzhou sono le zone dove si coltiva pure il pregiatissimo tè verde Longjin.




Poeti di epoca Tang e non,  hanno evocato l'osmanto nei loro versi. Sono Wang Jian, Wang Wei, Song Zhiwen. Zhu Yizun ha intitolato una poesia"Sotto il palazzo d’osmanto in autunno"dove il palazzo d'osmanto altro non è che la luna. Quindi l'osmanto in senso lato sta ad indicare sia l' autunno che luna.

Questo piccolo fiore è riuscito a reggere persino al tremendo impatto della Cina rivoluzionaria che gli ha dedicato una canzone nel 1950: "La fragranza dei fiori di osmanto si sparge lontano(mian guihua kai shi lixiang).
Il poeta cinese Yu Dafu (morto nel 1945) con la novella "Fiori tardivi di osmanto" ha descritto la frustrazione dei giovani intellettuali nella Cina degli anni trenta. Lui che era nato a Hangzhou, l'osmanto doveva conoscerlo bene. Nella copertina all'edizione francese del libro, come pure nell'immagine biglietto sopra, vedete dei fiori colorati. Si tratta di una diversa varietà rispetto a quella del mio giardino.

La più comunemente utilizzata è l'osmanthus fragrans (oppure olea fragrans), di cui la varietà aurantiacus fiorisce però in arancio (olea fragrans rubra). Il segreto della fragranza sta nella concentrazione degli olii essenziali dei fiori, che sono disposti lungo il ramo tra le foglie.Quindi è meglio non potarla per non precludersi la fioritura.

Del 1988, quindi abbastanza recente, è il film  taiwanese"Il vicolo dell'osmanto" (Guihuaxiang). Narra le vicende di Di Hong rimasta orfana a dodici anni che però grazie alla particolare bellezza dei suoi piccolissimi piedi (fasciati) a sedici anni viene sposata in un ricca famiglia. Rimasta vedova a ventitre anni e con un figlio di cinque anni, deve subire lo strapotere delle vecchie matrone ma già a trent'anni diventa la signora della famiglia. Presto resta nuovamente incinta, del suo servitore. Riuscirà infine a superare e a vincere i pregiudizi della vecchia cultura e solo in tarda età si accorgerà delle proprie vittorie nonostante il destino avverso. Non credo sia stato mai rappresentato nelle sale italiane.




Non posso tralasciare la grande scrittrice Eileen Chang col racconto dal titolo inglese: "Steamed Osmanthus Flower Ah Xiao's Unhappy Autumn". Steamed osmanthus flower era il termine usato dagli intellettuali cinesi per rappresentare la melanconia legata all'autunno. La novella narra della ayi (domestica) Ah Xiao a servizio in casa di un decadente straniero di Shanghai. Eileen Chang (1920-1995), il cui nome cinese è Zhang Ailing, è forse più nota in Italia per essere l'autrice del racconto Lussuria, da cui è stato tratto l'omonimo film di Ang Lee. i suoi libri più famosi, pubblicati in Italia da BUR, sono "La storia del giogo d'oro" e "Amore in una città caduta" (1943) ambientato nella Cina occupata dai Giapponesi.

Se vi ho incuriosito e morite dalla voglia di provare la fragranza dell'osmanto, vi propongo il sapone all'Osmanto e geraneo di Dante Nesti. fa parte della meravigliosa collezione di saponi profumatissimi di quest'azienda toscana. Il profumo è inconfondibilmente proprio quello del fiore.

L'osmanto è la base anche di profumi dalle "note fiorite". Ecco allora Parfume d'Empire (Paris) che propone quello che ho voluto ribattezzare "il profumo del sinologo": Osmanthus Interdite.
Questa fragranza è presente ancora sia in Osmanthus di The Different Company sia in Eau di Issey Miyaki, qui abbinato a note marine, mentre Hermes propone il suo Osmanthe Yunnan . Quest'ultimo è una sorta di visione olfattiva della Cina di Jean Claude Ellena, il "naso" di Hermes, nato a Grasse.

In Cina infine con l'osmanto si aromatizza sia il tè che il vino. Il vino viene prodotto nella zona di Guilin ed è una sorta di grappa aromatizzata con l'osmanto. Generalmente viene accompagnata con i "dolcetti della luna" durante la Festa di Metà Autunno.









domenica 18 novembre 2012

MONZA BIENNALE DI ARTE CONTEMPORANEA ITALIA-CINA

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A Monza è in corso la prima Biennale di Arte Contemporanea Italo-Cinese.
Si svolge nella magnifica Villa Reale, finalmente in restauro dopo anni di abbandono. Un edificio ed un parco di una bellezza da lasciare senza parole. La Villa Reale è opera dell'architetto degli Asburgo, Piermarini. Lo stesso architetto cui si deve il Palazzo della Scala e Palazzo Belgioioso a Milano. Era stato allievo di Luigi Vanvitelli ed assieme a lui collaborò nella progettazione della Reggia di Caserta.

Non ero mai stata a Monza e dunque ho colto l'occasione di questa rassegna per visitarla. Premetto che l'arte contemporanea non è nelle mie corde, in generale non mi suscita emozioni gradevoli.  L'arte contemporanea per lo più  (con le dovute eccezioni) mi fa sentire come davanti ad un ... TG. Tuttavia poichè l'arte fissa ed interepreta i momenti del ns vivere ho la curiosità di vedere.

In attesa di leggere il catalogo alcune immagini

Un lato della Villa Reale

L'inconfondibile giallo della ginko biloba

Acero

Bellissimo l'effetto dell'opera del grande Peter Donetz  all'ingresso del "serrone"

Subito dietro al "serrone"

Un'opera di Shao Wenhuan che mi è piaciuta molto
Questa è un'opera in tecnica mista dell'autore Shao Wenhuan, nato nel 1971 nella provincia del Xinjiang dunque all'estremo ovest della Cina. Posso pensare che sia figlio di quella gioventù colta ed urbanizzata che tra il 1950 ed il 1960 fu mandata nelle campagne a ri-educarsi. L'opera nello specifico è del 2006 e si intitola May be here. Nella vecchia Pechino che ho conosciuto trenta anni fa non era infrequente vedere questo tipo di finestre, nelle quali i riquadri di vetro erano fissati con una specie di pongo. Un'immagine così è decisamente retrò nel paesaggio urbano attuale cinese.
Il filo conduttore delle opere cinesi che ho visto alla mostra è la "distruzione", quella fisica delle abitazioni come della cultura tradizionale. Lo si nota già all'inizio della mostra nella foto di Li Wei, cui fanno da sfondo gli "siheyuan" (le case tradizionali pechinesi) parzialmente abbattuti. Come pure nella foto di Yao Lu nella quale la superficiale immagine di un tradizionale paesaggio camuffa ad uno sguardo più attento un enorme cantiere.Oppure in Rainbow opera del 2007 di Lu Peng.

Nelle opere degli italiani non ho invece colto un apparente filo conduttore. Chiedo perdono se non mi soffermo sugli artisti di casa nostra che ho osservato con minore attenzione.

sabato 3 novembre 2012

BEIJING PEOPLE'S UNIVERSITY - RENMIN DAXUE

Università del popolo di Pechino

Anche quel giorno l’andirivieni era continuo al cancello della Porta Est, il più grande degli accessi  posti ai quattro punti cardinali del campus. Non si capiva se fossero più quelli che entravano o quelli che uscivano dal cancello. Invece era evidente che a spostarsi erano solo giovani. Camminavano per lo più in coppia o a piccoli gruppi, a volte anche in bicicletta anche se ormai questo mezzo era poco utilizzato. Sembravano tutti indaffarati e pronti ad affrontare qualcosa, d’imminente.
I giovani mandarini nel loro incedere sicuro, nel portamento allegro dai modi scanzonati esprimevano una certezza: quella di andare incontro ad un grande futuro, che è poi quello che qualsiasi giovane dovrebbe aspettarsi. E lo si percepiva nei loro volti, lo si leggeva nei loro occhi a mandorla.
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Mingde building

Palzzetto di fianco al campo di atletica
La guardia all’ingresso, immobile sul suo stallo, osservava il fluire continuo di persone da sotto un berretto dalla circonferenza troppo grande. Sulle spalline della camiciola verde esibiva mostrine prive di qualsivoglia autorità. Lui scattava militarmente sull'attenti ogni volta che transitava un’auto. Molte erano berline dai vetri oscurati. Quasi certamente era anche lui orgoglioso di appartenere a questa comunità, anche se gli era chiaro che non avrebbe mai potuto aspirare allo stesso futuro degli studenti. Almeno i turni di guardia non erano noiosi o pesanti come quelli dei colleghi che presidiavano le ambasciate straniere. E poi c’erano le ragazze, tante, che arrivavano da tutte le province del paese e alle volte anche da altre nazioni. Le straniere apparivano così strane con i loro nasi grandi e i capelli colorati.


La nuova biblioteca
Sull'imponente cornicione della Porta Est brillavano i caratteri dorati di “Università del Popolo”, tracciati con notoria maestrìa calligrafa dal Presidente Mao. Quel luogo rappresentava una sorta di Porta di Brandeburgo per la cultura. Ma se dentro c'era l’èlite culturale del paese, fuori trovava spazio l’inventiva, la competizione, la sopravvivenza. Quest’altra fetta di società stazionava nello spiazzo antistante la Porta. Erano per lo più piccoli commercianti e ambulanti. Come accade all’estuario di un fiume dove acque dolci e acque salate si mescolano, anche lì studenti e passanti si scambiavano di posto in un vortice continuo. I primi ad arrivare la mattina erano i fruttivendoli con i loro carretti colmi di frutta, anche tropicale. Da quelle postazioni colorate si sgolavano  invitando all'acquisto. Chi si fermava per guardare, era subito circondato e i frutti gli venivano praticamente messi in mano. Si vendeva bene la frutta, perché nelle mense dell’università mancava e di studenti ce ne erano tanti e sempre in cerca dei sapori della propria provincia.

Uno dei carretti contendeva il posto d’angolo a un giornalaio che, seduto su un seggiolino, si faceva pacatamente aria col ventaglio. Non disdegnava di vendere anche sigarette, il giornalaio, e caramelle, schede telefoniche, come pure bibite e yogurt. La sua posizione era invidiabile perché si trovava proprio a fianco di una fermata d’autobus . Gli autobus tutti colorati di giallo-blu attendevano, incolonnati lungo il marciapiede,il turno per aprire le porte, per poi allontanarsi, veloci, da quell'ingorgo.

Il marciapiede era proprio sulla direttrice di passaggio per l’ingresso della nuova linea di metropolitana, la numero quattro quella che muove da nord-ovest a sud-ovest, intersecando le linee dirette ad est. Per questo lì la confusione era massima, carica di rumori, clacson, urla di venditori, suonerie di cellulari. Ogni volta che un autobus apriva le porte, scaricava nuove ondate di persone che sfilavano veloci, perdendosi in mille rivoli tra le persone in attesa.



Però allontanandosi in direzione della metropolitana, la folla aveva già mutato forma. All’allegria degli studenti si sostituiva l’incalzare delle richieste di giovani donne. Erano le ragazze madri,che se ne stavano assiepate, all’ombra, vicino al muretto dei giardini, con i loro neonati in braccio o posati sul marciapiede sopra un foglio di giornale. I bambini dormivano beati, incuranti delle persone che li sfioravano camminando, mentre le madri chiacchierando in dialetti forestieri dagli accenti campagnoli, incalzavano i passanti con richieste di denaro, raccontando le storie dei loro abbandoni. Le richieste si accavallavano convulse ma quando passava un laowai, uno straniero, allora si limitavano a sorridere divertite. Troppo complicato farsi capire dagli stranieri.


Fu  andando verso la metro che quel giorno lo studente Wang Jun  notò il chiromante. Magro, emaciato se ne stava seduto per terra a gambe incrociate, accanto alle giovani madri. Davanti a sé teneva un foglio di carta di riso sul quale aveva tracciato con inchiostro nero, dall’alto in basso, i caratteri che decantavano le sue abilità di veggente. Quella posizione gli permetteva di godere in parte dell’aria condizionata che usciva dal negozio di ottica subito alle sue spalle.

continua- (.... forse..)



Cerimonia di inaugurazione 3 luglio 2012

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L'esperienza bellissima di luglio alla Università del Popolo sembra ahimè molto lontana. Per non perdere la memoria ho pensato di provare a scrivere (..e perchè no disegnare) quello che ho visto. Vediamo se riuscirò nell'obbiettivo. Se così non fosse resterà comunque come...esercizio


Mingde bldg Beijing People's University


L'ingresso della scuola d'arte. A luglio sono inziati grandi lavori di ricostruzione


La fermata della metro n.4 a Zhonguancun..solo grattacieli ed una e-town.




L'insegnante e il suo allievo

giovedì 1 novembre 2012

Tempo di zucche

E' tempo di zucche e non si può NON essere attratti dal loro colore. Le varietà sono moltissime ed ho cercato di coglierle in foto e (disegno) lo scorso week end all' Orto Botanico di Bologna dove hanno organizzato una Rassegna specialmente dedicata a questo ortaggio. Non so se siano tutte varietà edibili.
A proposito la versione Halloween pare sia solo ornamentale...







A questo link c'è veramente tutto sulle zucche, dalla storia alle varietà.
http://www.prodottipolesine.it/scheda-prodotto-zucca/tutte-le-zucche.html














domenica 14 ottobre 2012

37° WORLDWIDE SKETCHCRAWL- BRISIGHELLA

Powered by: I viaggi della (Marco) Polo Wolkswagen...


Forse  avrei dovuto scrivere del Nobel per Letteratura attribuito al grande Mo Yan..ma ho preferito andare a Brisighella...

Mentre schizzavo la via degli asini ecco sciamare in piazza una lunga fila di auto d'epoca. 

Una MG vista dall'alto

Il localino dove ho pranzato. Si chiama FRAMBOISE proprio sulla salita.

La via degli asini..forse dovrei rimanere lì per il resto della mia vita

La Piazza di Brisighella

Studio di mucche al pascolo, sulla via del ritorno

Mucca in ..continuo movimento...accc!!! fermati!
Dimenticavo. La carta gialla è quella della macelleria dove avevo comprato la carne in settimana. Lo schizzo del ristorante è sul packaging interno in cartocino dei crackers del Mulino Bianco.

In questi tempi di crisi non bisogna buttare nulla...

Questo è il link del
37° Worldwide Sketchcrawl

http://www.sketchcrawl.com/forum/viewforum.php?f=63

Shanghai e l'expò

Shanghai e l'expò
Il lato est del Bund ..che notte magica