Anche quel giorno l’andirivieni era continuo al cancello della Porta Est, il più grande degli accessi posti ai quattro punti cardinali del campus. Non si capiva se fossero più quelli che entravano o quelli che uscivano dal cancello. Invece era evidente che a spostarsi erano solo giovani. Camminavano per lo più in coppia o a piccoli gruppi, a volte anche in bicicletta anche se ormai questo mezzo era poco utilizzato. Sembravano tutti indaffarati e pronti ad affrontare qualcosa, d’imminente.
I giovani mandarini nel loro incedere sicuro, nel portamento allegro dai modi scanzonati esprimevano una certezza: quella di andare incontro ad un grande futuro, che è poi quello che qualsiasi giovane dovrebbe aspettarsi. E lo si percepiva nei loro volti, lo si leggeva nei loro occhi a mandorla.
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Mingde building |
Palzzetto di fianco al campo di atletica |
La nuova biblioteca |
Uno dei carretti contendeva il posto d’angolo a un giornalaio che, seduto su un seggiolino, si faceva pacatamente aria col ventaglio. Non disdegnava di vendere anche sigarette, il giornalaio, e caramelle, schede telefoniche, come pure bibite e yogurt. La sua posizione era invidiabile perché si trovava proprio a fianco di una fermata d’autobus . Gli autobus tutti colorati di giallo-blu attendevano, incolonnati lungo il marciapiede,il turno per aprire le porte, per poi allontanarsi, veloci, da quell'ingorgo.
Il marciapiede era proprio sulla direttrice di passaggio per l’ingresso della nuova linea di metropolitana, la numero quattro quella che muove da nord-ovest a sud-ovest, intersecando le linee dirette ad est. Per questo lì la confusione era massima, carica di rumori, clacson, urla di venditori, suonerie di cellulari. Ogni volta che un autobus apriva le porte, scaricava nuove ondate di persone che sfilavano veloci, perdendosi in mille rivoli tra le persone in attesa.
Però allontanandosi in direzione della metropolitana, la folla aveva già mutato forma. All’allegria degli studenti si sostituiva l’incalzare delle richieste di giovani donne. Erano le ragazze madri,che se ne stavano assiepate, all’ombra, vicino al muretto dei giardini, con i loro neonati in braccio o posati sul marciapiede sopra un foglio di giornale. I bambini dormivano beati, incuranti delle persone che li sfioravano camminando, mentre le madri chiacchierando in dialetti forestieri dagli accenti campagnoli, incalzavano i passanti con richieste di denaro, raccontando le storie dei loro abbandoni. Le richieste si accavallavano convulse ma quando passava un laowai, uno straniero, allora si limitavano a sorridere divertite. Troppo complicato farsi capire dagli stranieri.
Fu andando verso la metro che quel giorno lo studente Wang Jun notò il chiromante. Magro, emaciato se ne stava seduto per terra a gambe incrociate, accanto alle giovani madri. Davanti a sé teneva un foglio di carta di riso sul quale aveva tracciato con inchiostro nero, dall’alto in basso, i caratteri che decantavano le sue abilità di veggente. Quella posizione gli permetteva di godere in parte dell’aria condizionata che usciva dal negozio di ottica subito alle sue spalle.
continua- (.... forse..)
Cerimonia di inaugurazione 3 luglio 2012 |
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L'esperienza bellissima di luglio alla Università del Popolo sembra ahimè molto lontana. Per non perdere la memoria ho pensato di provare a scrivere (..e perchè no disegnare) quello che ho visto. Vediamo se riuscirò nell'obbiettivo. Se così non fosse resterà comunque come...esercizio
Mingde bldg Beijing People's University |
L'ingresso della scuola d'arte. A luglio sono inziati grandi lavori di ricostruzione |
La fermata della metro n.4 a Zhonguancun..solo grattacieli ed una e-town. |
L'insegnante e il suo allievo |
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