Cinguettii

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Auguri Anno della Scimmia

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"C'è un'enorme differenza tra il vedere una cosa senza la matita in mano ed il vederla disegnandola"
Paul Valery



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domenica 11 marzo 2012

Incanti di Terre Lontane ...sketchcrawl del 1800 ?

Finalmente dopo aver saltato diverse volte l'appuntamento, sono andata in piscina. Mentre mi rivestivo, nello scoprirmi l’addome morbido ho pensato alla “Semiramide morente sulla tomba di Nino” di Augusto Valli. Dipinto che ho visto alla mostra Incanti di Terre Lontane che si tiene a Palazzo Magnani a Reggio Emilia (fino al 1 maggio). Naturalmente l’unica cosa che possiamo avere in comune io e Semiramide oltre al ventre dolcemente rotondo, sono forse i capelli. Nonostante tutto infatti ogni volta che vado in piscina dimentico qualche cosa. Di solito pettine e spazzola. La conseguenza della grave dimenticanza è che poi mi ritrovo una chioma leonina, come lei appunto. E qui finiscono le similitudini dal momento che la nostra Semiramide è soprattutto ricordata quale emblema della lussuria !


Valli. Semiramide morente sulla tomba di Nino
 Ho trovato la mostra bellissima. Mi hanno entusiasmata i disegni degli artisti viaggiatori dell’800: Alberto Pasini, Roberto Guastalla, Stefano Ussi, Giuseppe Amisani. Quando ho visto i meravigliosi taccuini originali di Roberto Guastalla, i cahier dove faceva schizzi con precise note di colore, mi sono davvero emozionata. Quadernetti di libertà! Un poco di china, matita, le ombreggiature sui volti coperti da turbanti, schizzi di corpi o teste di cammello, qualche tocco veloce di acquarello...ecco quel volto sopra un caffetano, ho capito come segnare il tratto delle labbra...

l'Oriente di Guastalla in mostra

l'Oriente di Monteforte in mostra

Idealmente sono assolutamente vicini ai disegni, agli schizzi di coloro che ancora oggi amano ritrarre la realtà su un foglio gironzolando in luoghi lontani ma non necessariamente. Ho ripensato ai taccuini di Matite in Viaggio (quest'anno la mostra si terrà da 5 al 20 ottobre 2012 sempre al Candiani di Mestre), la mostra dedicata ai carnet de voyage. Mi è venuto in mente Giancarlo Iliprandi con i suoi onirici deserti, oppure la precisione curiosa per i volti ed i mercati medio-orientali di Salvador Barnaba ed ancora l’ironia che esprime Giovanni Cocco.
Salvador Barnaba

Chi sono costoro? Sono gli eredi ed i continuatori del genere del pittore viaggiatore, anche se in effetti una frase di Eugene Fromentin all’ingresso della mostra mi ha molto spiazzata:

“ Ci sono due uomini che non bisogna confondere,
c’è il viaggiatore che dipinge,
e poi c’è il pittore che viaggia”
(Un éte dans le Sahara 1857)

    …ach cioè?

Poi ho pensato che questa considerazione aveva forse molto più senso in un’epoca in cui la fotografia era solo agli albori. Il viaggiatore rappresentava una elite e come tale spesso sapeva disegnare. Oggi il viaggiatore per lo più fotografa. Tuttavia ci sono anche coloro che disegnano ed, insospettatamente, non sono pochi. Oggi l'Oriente ha connotazioni ben precise, non è più così lontano come un tempo. Allora questi artisti viaggiatori odierni cosa rappresentano? sopratutto un modo di vedere, la lentezza che l'osservare richiede. Quella lentezza che oggi rappresenta un grandissimo lusso.
Ecco il mio Oriente (Marocco)

Ecco il mio Oriente (Tunisia)
La mostra di Reggio Emilia non potevo perderla sia per la fascinazione che il termine Oriente esercita su di me, sia per la celebrazione dell’artista viaggiatore (che già fu tema di una mostra a Ravenna nel 2009).  Naturalmente non sono la sola ad essere attratta dall’Oriente, come ci dice Gustave Flaubert :
Vedo l’Oriente che danza ai bordi della mia scrivania” (e qui non ho potuto non pensare ad Emilio Salgari che fra l’altro visse in quegli anni) –“ Ecco il vero Oriente, effetto malinconico e soporifero, si intuisce qualche cosa di immenso ed implacabile in mezzo al quale ci si sente perduti”.

A metà del 800 l’Oriente era soprattutto il vicino Oriente, l’Egitto, il Marocco, tutta l’immensa area dell’Impero ottomano. Pensiamo che è solo con la 1a Guerra Mondiale che nella nostra parte di mondo cadono tre grandi Imperi: l’ Austro-Ungarico, quello Russo e l’Impero Ottomano appunto. Impero allora potente, ricordiamoci, ad esempio, che il Khedivè d’Egitto invitò Giuseppe Verdi a rappresentare un’opera lirica per l'apertura di Suez. Fu l’Aida. Giuseppe Verdi poi fu  grande amico del pittore napoletano Domenico Morelli (molto rappresentato in mostra) pittore che mai visitò quei luoghi ma che così spiega la propria visione dell’Oriente:” Nell’Oriente trovo più arte e meno artifizio..l’Oriente per me è come un rifugio dalla persecuzione del calcolo che ci circonda (quanto le sento vicine queste parole). Vorrei opporre tutto un popolo che si inchina e prega e non vede, e non cerca di vedere, e sente in sé l’infinito e odora la causa invisibile”.

Previati Le fumatrici di Oppio
Va da sé che il termine Oriente rappresenta soprattutto una costruzione mentale che accorpa tutto ciò che questi artisti sentivano e vedevano di diverso, di altro. Non voglio scomodare nomi importanti per una disquisizione sull’Oriente, non mi interessano gli approfondimenti accademici. La “forza” dell’Oriente col suo potere scatenante sull’immaginario, l’ho veduta ancora qualche mese fa ad Arte Fiera di Bologna nei dipinti di Pizzi Cannella col suo Chinatown (presentato dalla galleria Bagnai di Firenze). Ancora una volta è l’alterità e la sua forza attrattiva ad essere rappresentata.
Questa fascinazione si muove però anche in direzione opposta.
Ecco cosa disse lo scrittore cinese A Cheng durante una sua permanenza a Venezia negli anni '90: "..tutta l'Italia è di una bellezza conturbante che causa una sorta di bombardamento trasmesso in eredità da una generazione all'altra..."Questo è un altro filone..


Il catalogo edito da Silvana Editore è interessantissimo. L’ho comprato per potermi assaporare una mostra che le curatrici Anna Villari ed Emanuela Angiuli hanno saputo presentare con grande forza espressiva.

Una mostra che consiglio caldamente di visitare.

http://www.palazzomagnani.it/italiano/leopere.html

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