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Auguri Anno della Scimmia

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Del vedere il mondo

"C'è un'enorme differenza tra il vedere una cosa senza la matita in mano ed il vederla disegnandola"
Paul Valery



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venerdì 24 dicembre 2010

Solstizio d'inverno e solstizio d'estate


Ho due pensierini da scrivere. Ci ho pensato qualche giorno fa mentre ero in mezzo al traffico bestiale...ho ripensato al solstizio a quello d'estate. Dove ero? che facevo?
Nel sud della Francia Quercy Perigord e Lot..ed ho fatto dei disegnetti che non riesco a postare perchè ho qualche problema con lo scanner. ahimè...dunque solo parole, parole,parole

Il 21 dicembre, era il solstizio d’inverno, il dì più corto dell’anno ed in verità qui è stata una pessima giornata ma poiché è iniziato l’inverno, poco male. Sarà stata la pioggia, il freddo, il traffico bestiale, la coda, i blocchi al traffico degli studenti non ho potuto evitare di pensare a come avevo trascorso l’altro solstizio, quello d’estate, a giugno. Ho ancora una memoria vivida di quel giorno ma soprattutto della notte.

In quel periodo mi trovavo a Rocamadour nel sud della Francia per un randocroquis, un neologismo francese che abbina i termini “passeggiata e schizzo”. Il senso è quello dell’andare camminando nel paesaggio ed ogni tanto fermarsi a fare uno schizzo sia esso a matita, a pennarello ad acquarello, la tecnica è libera. Così con i ns seggiolini, blocchi, pennelli, matite e pennarelli ce ne siamo andate a zonzo nel verde per imparare a cogliere quello che avevamo davanti, con mano veloce…un esercizio per affinare la mia passione per il carnet de voyage. Certo nutrivo qualche dubbio sul francese che non praticavo dai tempi dell’università ma alla fine mi ci sono buttata con gioia ed ho fatto proprio bene .

Al corso eravamo sei donne e, tranne me, francesi. Comunque qualcuno ancorché francese veniva da più lontano, come Arlette una signora che arrivava dalla Polinesia Francese, Papeete tanto per intenderci!!!. Completava il gruppo una ex creatrice di gioielli per la nota maison Arpels e Van Cliff di Parigi, due insegnanti in pensione ed una Parigina che non ho ben capito di che si occupasse. Il suo francese mi era infatti inizialmente assolutamente incomprensibile.


Dunque la sera solstizio d'estate, a cui si aggiungeva la concomitanza di una quasi luna piena, l’ho trascorsa a chiacchierare seduta su un muretto prospiciente all’impressionante falesia di Rocamadour. Rocamadour è un luogo incantevole, in un’altrettanto incantevole luogo della Francia che è il dipartimento del Lot, dove andrei certamente a vivere e quella notte la luna piena che riverberava sulla roccia bianca mi ha regalato uno spettacolo indimenticabile sulla vallata. Quella sera dopo cena la Parigina mi aveva invitata ad accompagnarla in una passeggiata alla rocca. Inizialmente ho avuto timore perché quando Dany, questo il nome della Parigina, si esprimeva facevo una gran fatica a comprenderla. I più esperti mi dicevano, “si, i Parigini si fa fatica a comprenderli! “ Non so, forse è per quello mah! Comunque dopo una giornata concentrata sul disegno dialogando sempre in francese i miei neuroni si sentivano un poco stanchi. Tuttavia alla fine ho deciso di non perdere l’occasione. La cosa molto interessante e bizzare- come dicono loro- di questo incontro è che la Parigina era una seguace alchimista. Si avete capito bene ed anche io inizialmente ho temuto di aver frainteso. Mi ha spiegato che dopo lo stage di randocroquis si sarebbe trattenuta un’altra settimana a Rocamadour per seguire uno stage con un alchimista di Parigi. Un alchimista nel 2010?? Dany, per favore spiegati! Così in quella notte magica, la Parigina mi ha raccontato, rigorosamente in francese, tutta la teoria che sta dietro la ricerca delle pietra filosofale e dei luoghi alchemici nonchè del percorso esoterico che è tra Mont S.Michelle, Chartres, Notre Dame di Parigi, Rocamadour ma anche Santiago di Compostela. Mi ha narrato del linguaggio segreto degli uccelli, della simbologia presente sulle statue del portale di Notre Dame de Paris, delle uscite notturne in luoghi particolari degli iniziati alchemici. Insomma mi si è aperto un mondo e per quella notte m’è sembrato di vivere in un film. E’ stato un segno del destino perché il percorso esoterico, gli accenni ed i richiami al cammino di Santiago sono proseguiti, Rocamadour è sul Chemin de S.Jacques e ad agosto ne ho percorso una parte, circa 200 km, in compagnia di mia sorella. Ho fatto una grande quanto banale scoperta..lungo i sentieri percorsi c'era la famosa conchiglia simbolo di Santiago, cammino che ha in Rocamadour una sua importante tappa... La conchiglia qui si chiama coquille Saint Jacques (non so come si scrive) ovvero la conchiglia di San Giacomo (Santiago in spagnolo) che é la nostra cappasanta... anche da noi conserva il significato di sacralità che da sempre la abbina a Santiago e ne è il simbolo. Non lo sapevo.. la conchiglia dunque non è una invenzione del marketing!!! Ho ritenuto che tutto ciò non fosse casualità. Forse ne concordate pure voi!?


Ecco le compagne di questa avventura del solstizio estivo. La tahitiana Arlette rappresentava la gioia di vivere in persona, la positività e l'ottimismo e nella sua vita aveva provato tutto: dalla piroga alla regia di spettacoli di marionette. Inizialmente in Francia avrebbe voluto iscriversi ad un corso di enologia (perchè a Papeete, ci ha detto lei, il vino ha prezzi impossibili) ma siccome era già completo...ha optato per il randocroquis!!! Arlette mostrava la freschezza e la curiosità di una ventenne anche se ha una figlia di 43 anni. Disegnava come i bambini fregandosene dei commenti ma ha fatto grandi miglioramenti e le volevamo tutte bene. I funghi ad esempio li disegnava sdraiata a pancia in giù sull'erba mentre i rami e le fronde degli alberi..sdraiata a pancia in su!! La signora creatrice di gioielli era persona di grande sensibilità, con la propria dimora tra Parigi e l'Alta Savoia. Poiché parlava italiano la mattina facevamo lunghe colazioni parlando di libri ed abbiamo scoperto di avere molte letture in comune, tra cui la grande Fabienne Verdier con il suo Passeggera del silenzio. I luoghi (Quercy Perigord, Lot Francia del sud) erano di una bellezza commovente, quella dolcezza e quella poesia che ormai a casa nostra fatico a trovare.. era proprio un'atmosfera una rilassatezza che colpiva dentro.

Quanto al disegno ho optato decisamente per la MATITA PER EVITARE situazioni imbarazzanti. Infatti la parola pennarello “foutre” é omofono quasi al gergo usato per dire "fare una se..a", l'unica differenza é una o con una u. Per due giorni io non ho fatto altro che ripetere, assolutamente innocentemente, la seconda pronuncia quella del ergo finchè me lo hanno spiegato facendomi capire il senso un inequivocabile gesto della mano!!! altra cosa pericolosa che mi ha portato a conoscere parole che avrei imparato solo nel porto di Marsiglia è il semplice l'avverbio "beacoup" da pronunciare rigorosamente con la u aperta (normale) perchè diversamente pronunciato con la u francese significa “bel culo” Cosi ogni tanto quando per il calo di attenzione mi sbagliavo mi facevano …un urlaccio...

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