Cinguettii

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l'altra faccia della modernità

Auguri Anno della Scimmia

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Del vedere il mondo

"C'è un'enorme differenza tra il vedere una cosa senza la matita in mano ed il vederla disegnandola"
Paul Valery



Qui troverete tanta Cina, disegno, letteratura di viaggio..se volete suggerirmi spunti, link, luoghi siete i benvenuti..


sabato 2 febbraio 2013

LA PITTURA CINESE CONTEMPORANEA


Nell'ambito di Arte Fiera 2013 a Bologna, si è tenuta una interessante conversazione tenuta dalla Prof.ssa Anna Maria Palermo e da Philip Tinari dal titolo: "Noi e loro: l'arte contemporanea in Cina vista dagli Occidentali."
Anna Maria Palermo è stata docente dell'Orientale ed ora è Direttrice dell'Istituto Confucio di Napoli. Ebbi la fortuna di conoscerla quando era attachè culturale dell'Ambasciata Italiana e pure io lavoravo in Cina. Tinari  è direttore de Ullens Center for Contemporary Art di Pechino.
http://ucca.org.cn/en/exhibitions/

Ho colto lo spunto di questa riflessione sull'arte cinese per raccontare questo mondo poco noto in Europa.
Le immagini invece sono relative a quadri esposti ad Arte Fiera 2013. Non sono autori cinesi (le immagini dei Cinesi sono disponibili su internet) bensì italiani con un gusto..particolare (per me).
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La Cina possiede da sempre una grande tradizione di accademie artistiche. Anche gli artisti appartengono a quella cerchia d’intellettuali che in molta parte della storia cinese, ha supportato il potere, svolgendo un ruolo funzionale al mantenimento dello status quo. Personalmente mi pare che oggi l'arte, là dove crea mercato e ricchezza, non sia più osteggiata. Gallerie d'arte, aste fioriscono ovunque. I roumors (di parte cinese) che ho colto a luglio a Pechino mi hanno pure suggerito che il loro fiorire, come pure le incredibili quotazioni di artisti misconosciuti o quasi, celino addirittura fenomeni di emersione di denaro illegale. Non conoscendo il settore, riporto solo voci che ho raccolto.
Arte Fiera 2013. Bruno Munari


L'arte moderna cinese nasce col nuovo corso del 1949. Nel luglio dopo la fondazione della Repubblica Popolare con l’avvento dell’era maoista, il Partito promosse la creazione dell’Associazione degli Artisti con l’obbiettivo di operare nella sfera culturale, sulla base degli input politici. A capo dell’associazione fu nominato il controverso artista Xu Beihong (a Pechino c’è il museo a lui dedicato). Per il Partito anche l’arte e la letteratura dovevano servire agli interessi comunisti e la modalità espressiva imposta per l’”arte-politica-di-massa” era il realismo socialista. Così il guohua, la tradizionale pittura ad acquarello, ritenuta il retaggio di una classe asservita al potere, fu messa da parte. Fu un periodo di grande rigidità, caratterizzato da una forte dimensione collettiva, di massa con intento didascalico e celebrativo che si è dipanato attraverso difficili e drammatiche fasi di scontro politico (i cento fiori, il grande balzo in avanti, la rivoluzione culturale, banda dei quattro)

                           Arte Fiera 2013. La giocosa visione della Libido per Manfred Bischoff
                                 
Con l’apertura del paese successiva alla morte di Mao, gli artisti cominciano a interrogarsi sull’alienazione del periodo maoista. Appartengono a una generazione che è cresciuta reprimendo la propria emotività, l’individualismo e l’interiorità ritenuti elementi di una sovrastruttura borghese (con accezione negativa). Lo strumento di rottura rispetto al passato fu in primis la poesia, quella espressa da Mang Ke (che fu pure pittore), il fondatore assieme a Beidao, Duo Duo, Gu Cheng, del Gruppo Misty Poet, nato con la rivista Jintian (Oggi), che fu pubblicata dal 1978 fino al 1980, quando fu bandita dalle autorità. Nella pittura emerse invece in gruppo “Star” xing xing, rappresentato da Wang Keping, Ma Desheng e Ai Weiwei che nel settembre del 1979 sfidarono le autorità appendendo le proprie opere sul cancello della Galleria Nazionale di Pechino. Il termine “Star” fu scelto da Ma Desheng che riteneva che ogni artista fosse una stella capace di bruciare individualmente. Negli anni ’80 questi artisti si trasferirono tutti all’estero.
http://www.zeestone.com/article.php?articleID=16

Un altro approccio fu quello seguito da Gu Wenda e Xu Bing che concentrarono la loro attività di quegli anni nel decostruire e reinventare la scrittura. In Cina a mio parere, la scrittura rappresenta "il condensato" della cultura, ne è il nucleo duro. I due artisti, che avevano avuto un passato da Guardie Rosse, hanno voluto sottolineare come il massiccio uso della propaganda avesse impoverito la ricchezza della lingua cinese. L’uno dunque opera la de-costruzione dei caratteri cinesi, mentre Xu Bing con l’opera chiamata Tianshu (libro del cielo), inventa 1250 nuovi caratteri, perfetti nella forma ma assolutamente incomprensibili, che lasciano il pubblico spaesato e frustrato.

Interessante intervista (in cinese con sottotitoli in inglese) a Xu Bing
http://www.youtube.com/watch?v=d36D8wLzs44
l'intervista svela l'origine del suo particolare interesse per le scritture. Xu Bing "incarna" in pieno il Cinese e ancor di più nella sua enunciazione del "Ritmo Orientale" e del suo essere poco attratto alla contaminazione con l'occidente (generico).

Questi primi anni ’80 sono di rivoluzione esistenziale ed estetica. L’artista riflette su se stesso, su ciò che la politica ha significato, sulle cicatrici che ha prodotto. Negli anni della rivoluzione culturale (1966-1976) almeno due generazioni non avevano potuto studiare dal momento che l’insegnamento era stato azzerato e un personaggio come Zhang Tiesheng era celebrato quale “eroe del foglio bianco” per essersi rifiutato di sostenere gli esami. Privati del loro passato e della loro storia, erano cresciuti con i miti de l’Esercito di Liberazione, di Mao, del Partito e dei suoi eroi. Sono le generazioni nate negli anni ’60. Con l’apertura del paese, una parte degli artisti reagisce:
- rifiutando i miti imposti e aprendosi alla sperimentazione;
- un’altra parte recupera la tradizione, quella del tempo della dinastia Qing. E’ il recupero delle radici.
Un esempio di letteratura delle radici si esprime nel film Sorgo Rosso del regista Zhang Yimou, tratto da un libro di Mo Yan del 1987, che pure in Occidente ha conosciuto un grande successo.



Stampone presente ad Arte Fiera. Particolare del suo Global Education
Arte Fiera 2013

E’ dunque solo con l’apertura degli anni ’80 che il paese conosce un periodo di maggior libertà espressiva come pure di sperimentazione, grazie anche all’incontro con il patrimonio culturale dell’Occidente (genericamente definito) che entra in maniera a volte dirompente e poco "spiegato". Nel 1989 si apre a Pechino l’ importante mostra “Avanguardia Cinese”. In quegli anni (1988) il seguitissimo sceneggiato televisivo, Elegia del Fiume Giallo (Heshang), aveva innescato un dibattito sul rinnovamento culturale del paese e “contro e pro-partito”. E’ in questo il clima che scoppia la rivolta di Tian Anmen, la cui repressione mette bruscamente fine alla sperimentazione avviata.

Con la repressione e conseguente chiusura, ancora una volta gli artisti più conosciuti, Xu Bing, Cai Guoqiang, Chen Zhen, si trasferiscono all’estero. Tra coloro rifugiati all’estero (1987) figura anche il Nobel per la letteratura del 2000, Gao Xingjian, pittore e calligrafo. Gao Xingjian ha teorizzato una interessante interpretazione dell’arte cinese in rapporto con l’Occidente. Gao dice che in Occidente esiste la prospettiva mentre l’Oriente possiede le due dimensioni. Quello che lui, come artista cerca, è però la terza dimensione, la prospettiva interiore. In questo spazio particolare va forse vista l’evoluzione artistica cinese di quegli anni.

http://www.xubing.com/
http://www.art21.org/artists/cai-guo-qiang


E' del 1994 l'uscita in Cina del film "In the heat of the sun" di Jiang Wen ispirato a un racconto (wild beast) di Wang Shuo, film che descrive in maniera intimista, le bande di strada della Pechino del tempo della rivoluzione culturale. Intorno agli anni '90 gli artisti giunti a Pechino da tutto il Paese vivevano precariamente per lo più nei pressi del vecchio Palazzo d'Estate (Yuan Minyuan) finchè nel 1995 non furono dispersi dalla polizia .Vivevano di espedienti, cercando di arrangiarsi, andando a mangiare alle mense delle vicine Università, perchè estremamente economiche. Oppure rivendevano oggetti elettronici che qualcuno riportava dal sud della Cina. Non vedevano un futuro, non avevano prospettive. Una volta cacciati si spostarono a Songzhuang, assieme a Li Xianting , il critico che ha "fatto" l'arte cinese contemporanea.
http://leapleapleap.com/2011/04/philosophies-of-independence   su Li Xianting


Ecco lo scrittore cult Wang Shuo descrivere i mangliu (sfaccendati), quella nuova fascia urbana che vive nella solitudine e alienazione, affamati, senza prospettive, arrangiandosi giorno per giorno, preda di allucinazioni simili a quelle dei primi artisti degli anni ’80. Quella uscita dalla rivoluzione culturale, che affronta l'apertura, è chiamata anche la “generazione perduta” cinese. Chi rappresenta, da chi è costituita? Lo avevano spiegato le parole del rocker Cui Jian (1986) :” la mia generazione non ha avuto ragioni per ribellarsi ma nemmeno per essere fiera di qualche cosa”.
In questi anni particolari per la Cina, ho avuto la fortuna e il previlegio di studiare e di lavorare, di conoscere alcuni di questi artisti, di vivere sulla mia pelle il clash culturale ed emotivo con quel tipo di società in quella fase straordinaria.

Con gli anni  '90  l'evoluzione artistica approda anche a forme quali la body art e visual art.  In quegli anni aprì anche la prima galleria d'arte straniera (australiana), che oggi festeggia i 22 anni di attività: Red Gallery

http://www.redgategallery.com/


Artista italiano che amo moltissimo. Pizzi Canella con le sue visioni d'Oriente. Straordinario

Ancora Pizzi Canella autore di un Chinatown
Arte Fiera 2013


Il percorso vira sempre più dal “comunismo al consumismo” in particolare successivamente ai fatti di Tian Anmen. Nasce lo stile iconoclasta e cinico del “political-pop” o “mao-pop” che ha i suoi esponenti in Wang Guangyi o Li Shan e prima ancora in Zhang Hongtu. La rivisitazione in chiave ironica e iconoclasta dei volti di Mao si rifà ad Andy Wahrol che per primo nel 1972, dopo la visita di Nixon in Cina, disegnò i 200 ritratti di Presidente. Una gigantografia, sempre del Presidente Mao sotto effetto di LSD, apparve inoltre sul palco dei Pink Floyd durante il concerto del 1974 di The Dark Side of the Moon. Sono i primi artisti a uscire dal paese, a essere conosciuti in occidente, primi invitati a partecipare alla Biennale di Venezia del 1993. In quella occasione ebbi la possibilità di ascoltare Li Xianting il critico che lì accompagnò e che era sempre stato vicino a questa comunità di artisti.

http://www.saatchi-gallery.co.uk/artists/zhang_hongtu.htm
http://www.saatchi-gallery.co.uk/artists/wang_guangyi.htm

Per capire la vita degli artisti negli anni '90 intervista (in cinese con sottotitoli in inglese) a Li Shan
http://www.youtube.com/watch?v=_8mQx1ez88I

Intervista (in cinese con sottotitoli in inglese) a Zhang Dali
http://www.youtube.com/watch?v=29NJkfl-VQ0

Accanto al Mao-pop fiorisce il realismo cinico che irride ai miti ed alla propaganda del passato; è quello dei bambini deformi, squamosi, dai corpi bloccati nella crescita di Liu Wei. Anche in queste opere sullo sfondo la sempre incombente presenza di Mao. E ancora l’opera di Zhang Xiaogang con la sua famiglia socialista “non più felice”, dal futuro inesistente. L’artista forse più noto di questo filone è Fang Lijun, che dipinge i faccioni dai sorrisi ebeti della società seriale.
http://www.saatchi-gallery.co.uk/artists/zhang_xiaogang.htm
http://www.saatchi-gallery.co.uk/artists/fang_lijun.htm
http://www.gamtorino.it/mostra.php?id=331

Il filone degli astrattisti rappresenta una sorta di nouvelle vague cinese, come il caso del già citato Xu Bing,
http://www.xubing.com/index.php/site/texts
http://www.wendagu.com/bio.html

Tuttavia solitudine e spaesamento possono portare anche ad attaccarsi agli oggetti della tradizione che negli acquarelli di Xu Lei, galleggiano nel grande vuoto della carta di riso.
http://artist.artmuseum.com.cn/hisArtistDetail.htm?id=550
Arte Fiera 2013. Alexander Auriema

In Cina il nuovo millennio riflette sulla commercializzazione della società, la deriva consumista, si rappresenta il consumatore seriale, si utilizzano le nuove tecniche come la fotografia, le video-istallazioni, l’arte digitale, la performance live. Le nuove tecnologie e i nuovi media richiederebbero però altro spazio. E' l'arte espressione della generazione nata nel periodo che va dalla morte di Mao nel 1976 ai fatti di Tian Anmen nel 1989. Adesso in Cina ci sono i mercanti d'arte, gallerie anche al di fuori del cosiddetto distretto degli artisti, la notissima Factory 798. Tra gli italiani senza dubbio da citare OffiCina che fa capo a Tiziano Scarpari e Monica Piccioni, sinologi di formazione, residenti per circa 20 anni a Pechino. Più recenti le creazioni di  Galleria Continua di S.Giminiano e di Galleria Primo Marella di Milano. Per quanto riguarda la critica, a mio avviso, senza dubbio tra le pionerie e più autorevoli guide pongo (sinologa) Francesca dal Lago.
http://www.officinaltd.com/index.aspx

Oggi là dove c'era la presenza forte dello Stato Socialista si è sostituito il Mercato, altrettanto potente nel determinare le scelte, forse.

http://www.chinese-avantgarde.com/index.html
Interessantissimo quello che racconta Zhang Xiaogang sull'evoluzione dell'arte in Cina
http://www.youtube.com/watch?v=RmGh2ndYtcI parte 1
http://www.youtube.com/watch?v=wT2CH8XdBCo parte 2
http://www.youtube.com/watch?v=VLg8XYT1eDA parte 3
Ascoltate perchè è un interessantissimo excursus sullo stato dell'arte cinese contemporanea

In Occidente la prima grande mostra sull' arte contemporanea cinese si tenne al Guggenheim di Bilbao nel 1998: “China: 5,000 Years, Innovation and Transformation in the Arts”. Mostra che visitai.
Un punto di svolta per la conoscenza dell’arte contemporanea fu poi la pubblicazione nel 1999 da parte della rivista new yorkese Inside Out di un numero dedicato a “New Chinese Art” . Significativa anche la grande mostra "Paris- Pekin 2002 "tenuta a Parigi nello spazio Pierre Cardin.

http://www.aaa.org.hk/Collection/Details/9709





Omar Galliani l' artista italiano che ho apprezzato enormemente ad Arte Fiera. In qualche modo la sua storia personale si incrocia con la Cina dove ha vinto importanti riconoscimenti. A Arte Fiera ha presentato le meravigliose tavole de "Declinazioni del disegno tra Oriente e Occidente". FANTASTICO
 

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