Cinguettii

Cinguettii
l'altra faccia della modernità

Auguri Anno della Scimmia

Auguri Anno della Scimmia
Auguri Anno della Scimmia

Del vedere il mondo

"C'è un'enorme differenza tra il vedere una cosa senza la matita in mano ed il vederla disegnandola"
Paul Valery



Qui troverete tanta Cina, disegno, letteratura di viaggio..se volete suggerirmi spunti, link, luoghi siete i benvenuti..


giovedì 25 agosto 2011

FESTIVAL PUCCINIANO -TORRE DEL LAGO PUCCINI 13 AGOSTO 2011 (ultima parte)

La trasferta a Torre del Lago Puccini mi ha regalato qualche incontro interessante come sempre accade quando si viaggia in solitaria…

 ..ecco un baretto che si affaccia sulla piazzetta antistante il lago ed il teatro. Ho parcheggiato l’auto in un posticino strategico e non intendo dannarmi per trovarne un altro. La quiete del lago e del luogo non mi spingono a cercare altro. Una coppia mi chiede se può sedersi al mio tavolo e naturalmente accetto. Sono chiaramente stranieri, penso, certamente qui anche loro per Turandot. Mi attira lo strano abbinamento: lei è una donna asciutta, bionda, distinta, le spalle avvolte in uno scialle. Lui è un tipo singolare: sembra Mefisto, quello di Tex, canuto e con barba bianca. Non solo. Indossa una camicia bianca maniche lunghe di piquè; tutto il resto è bianco, cravatta e scarpe comprese. A tutte le dita porta grossi anelli a metà tra un metallaro punk ed il mago Otelma.


Mi guarda di sottecchi e finalmente mi si rivolge in inglese: si capisce che è incuriosito. Si rompe il ghiaccio e passiamo l’ora successiva a parlare di opera. Wagner… si certo! ..ma loro mi dicono essere attratti dalla “passione” che c’è nell’opera italiana e non in Wagner..io invece vorrei entrare dentro le saghe germaniche. Anzi mi sembra che l’evoluzione odierna di queste saghe sia in parte quella del genere fantasy. Durante Turandot più tardi, osservando il terzetto dei ministri Ping, Pang e Pong non posso che convenire con Mefisto circa i tratti di italianità che trasuda la ns opera.
Sono di Hannover ed ormai da circa 40 anni ( lui) tutte le estati vengono in Italia. Lei è medico; Mefisto invece è stato un professore di arte, in particolare “concept art” e video…ops proprio ciò che non sopporto. Ho un flash deja vu di video che vidi al Museo d’Arte Contemporanea di Berlino: l’artista ripreso nelle sue 24 h, compreso sul water!. Glisso, non voglio iniziare una polemica inutile anche perché sono una coppia colta, con la quale proseguire piacevolmente la conversazione. Parlando con loro m’è venuta voglia di andare ad assistere ad un’opera a Bayreuth un giorno chissà, anche se mi dicono che acquistare il biglietto sia cosa impossibile. Anche La Scala a Milano resta un sogno impossibile…

Quando entro a teatro li perdo, loro hanno i posti in un altro settore. D’altra parte gli spettatori stranieri sono molti: scorgo anche una giapponese vestita col tradizionale kimono:molto elegante.

La sera successiva mi ha invece vista a cena a Viareggio e quindi sul lungomare per una sfilata straordinaria dei carri. Non amo particolarmente il Carnevale perché nella mia giovinezza durante Carnevale mi picchiavano sempre con i manganelli riempiti di carta bagnata (un incubo) ed ero inseguita da bande che non promettevano nulla di buono. Dunque non ero mai stata a Viareggio prima, tantomeno al carnevale. I carri sono enormi, impressionanti, dai movimenti complessi ed articolati: le rappresentazioni hanno dietro uno studio accurato sia del soggetto che dell’evoluzione della realizzazione.





A Viareggio tutto ruota attorno al carnevale, mi è sembrato essere un evento come il Palio di Siena..e mi ha fatto piacere sapere che questa tradizione è sentita dalla città. Un grande momento di “liberazione” collettiva, di gioia, di divertimento. Sono sicura che tra gli scenografi del teatro c’è sicuramente qualcuno che partecipa anche all’allestimento dei carri…ho notato delle assonanze anche se mi riesce difficile spiegare a parole in che cosa.

Il rientro a casa mi ha vista percorrere naturalmente la viabilità ordinaria. All’andata ero scesa da Passo Radici senza incontrare nessuno se non partecipanti ad una gara di endurance a cavallo.


La strada è deliziosa e subito dopo il passo mentre si scende si ha la fantastica visione delle Apuane, bianche di marmo ed il mare..Altro che autostrada infernale ed il “loro traffico rallentato-code a tratti” mentre le auto sono ferme già dalle 8 della mattina sulla Milano Bologna. S’inventano neologismi che fanno dire a quei poveretti di Radio 103.300, perché diversamente bisogna avere un tal faccia tosta a fornire quel tipo d’informazioni. Comunque l’autostrada non l’avrei percorsa nemmeno vuota.

Al ritorno non ho nemmeno cercato l’Abetone ovvero la Statale 12: troppo grande e trafficata per i miei gusti. Ho visto sulla mappa regionale una piacevole stradetta che portava fra l’altro all’Orrido di Botri, strada che proseguiva- bianca- per entrare in Emilia: la parte sterrata era indicata come Passo “foce al Giovo”. Mai sentito prima questo passo dal nome così strano. Così a bordo della mia “auto del popolo” (Volkswagen) una (Marco) Polo 1.4 mi ci sono infilata decisa. Strada meravigliosa, strettina, con tornanti. Dopo la deviazione per l’Orrido di Botri il manto stradale peggiora decisamente e la carreggiata si restringe: non ho visto indicazioni che avvisassero che il passo era chiuso…probabilmente lo sanno tutti. Io ho proseguito oltre il Rifugio Casentini in un paesaggio davvero singolare, con montagne anche loro dai nomi inusuali. La stradina bianca è entrata nel bosco e la (Marco) Polo dentro… …lasciate ogni speranza voi ch’entrate comunque in auto di là non si svalica. Sono dovuta tornare indietro ma la deviazione non mi è affatto dispiaciuta. Credo davvero che tornerò per camminare in quelle montagne magari pernottando al Rifugio Casentini. Stavolta non ci sono riuscita perché dovevo rientrare a casa per notte.

Ho guidato diverse ore la (Marco) Polo finché verso sera m’ha preso una gran fame. Mi sono fermata ad una trattoria sulle montagne tra Bologna e Modena. Incontro assurdo. L’oste, un tipo invadente ma simpatico, era incuriosito da cosa ci facesse "una signora sola in giro per le montagne” pungolandomi deciso. Già le parole Turandot e Torre del lago gli sono sembrate un dialetto urdu mentre cercava di forzare la conversazione su temi più personali. A suo modo la vita gli aveva regalato una certa saggezza e non mancava di calore umano che aveva già dispensato nel corso dei suoi quattro matrimoni. Quando ormai fattosi buio, alla trattoria sono arrivati 4 avventori in cerca di donne ho chiesto il conto. L’oste mi aveva allegramente presentata come Jolanda. Quando ironica ho ribattuto loro che Jolanda è solo la figlia del Corsaro Nero..i quattro hanno sbarrato gli occhi chiedendomi atterriti:” ma lei è una di quelle che legge?”..Sono salita sulla mia (Marco) Polo e sono scappata a valle…

(..fine)

Nessun commento:

Posta un commento

Shanghai e l'expò

Shanghai e l'expò
Il lato est del Bund ..che notte magica